Selettività alimentare: il mio tirocinio
Il tirocinio svolto nel corso dei miei studi magistrali in Scienze della Nutrizione Umana presso l’Unità Operativa di Educazione Alimentare dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, mi ha permesso di affrontare un problema che mette in difficoltà molti genitori alle prese con l’alimentazione dei figli durante la prima infanzia ossia la selettività alimentare nei bambini.
La selettività si manifesta con l’assunzione di un numero limitato di alimenti ed è presente fin dai primi anni di vita con una manifestazione massima a circa 3 anni di età.
Tra i fattori che sembrano influenzare lo sviluppo del comportamento alimentare selettivo troviamo:
- La predisposizione genetica.
- Ambiente familiare (ad esempio le abitudini alimentari dei genitori o le scelte alimentari delle mamme durante la gravidanza).
- La neofobia alimentare rivolta soltanto ai cibi dal sapore e dalla consistenza sconosciuti.
- Esperienze traumatiche del bambino come ad esempio il rischio di soffocare o una reazione avversa dopo l’ingestione di un alimento che porta a fobie difficili da superare.
- Cause organiche: a volte invece è solo secondaria a un’intolleranza alimentare o a patologie come la celiachia, il reflusso gastroesofageo o disturbi del neurosviluppo.
I cibi maggiormente rifiutati dai bambini selettivi
La scelta degli alimenti rifiutati avviene sulla base delle caratteristiche sensoriali quali: sapore, odore, colore, consistenza.
L’avversione può quindi riguardare qualsiasi categoria alimentare e in alcuni casi più categorie contemporaneamente.
La classe di alimenti maggiormente rifiutata riguarda le verdure, seguita da legumi, frutta, alimenti integrali e prodotti ittici.
I bambini con alimentazione selettiva, si trovano in una fascia d’età critica per lo sviluppo e anche se nella maggior parte dei casi questo comportamento sembra non apportare influenze negative sulla crescita, in alcuni casi potrebbe portare a conseguenze sul piano nutrizionale da lievi a severe come: carenza di macro e micronutrienti, sovrappeso o sottopeso, conseguenze emotive relazionali sono dovute al fatto che i disturbi alimentari che insorgono durante l’infanzia vengono vissuti con forte stress sia dal bambino che dagli altri membri del nucleo familiare.
Soluzione alla selettività alimentare
La soluzione che viene proposta al fine di contrastare l’alimentazione selettiva è quella di far intraprendere al bambino insieme alla sua famiglia un percorso di educazione alimentare, che miri alla costruzione di un rapporto positivo con gli alimenti che rifiuta.
I punti chiave di questo percorso sono diversi:
- Riproporre gli alimenti più volte;
- La presentazione dei piatti deve essere accattivante e non monotona;
- Accorpare gli alimenti rifiutati con quelli graditi;
- Proporre un menù unico per tutta la famiglia;
- Il pasto deve essere un momento ben preciso della giornata e il tempo dedicato al pasto;
- L’osservazione del ritmo dei pasti;
- No ai giochi e no alla tv durante i pasti;
- Attivare il percorso di familiarizzazione multisensoriale con il cibo che serve a stimolare la curiosità del bambino verso gli alimenti rifiutati attraverso delle esperienze che coinvolgono tutti e cinque i sensi. Il percorso di familiarizzazione multisensoriale ha tre punti chiave: portare il bambino a fare la spesa; coinvolgere il bambino in tutte le fasi di preparazione del pasto; l’ultimo passo è quello più complicato: assaggiare insieme.